Ulisse, Macerata a Roma
mer 24 apr
|Teatro Tordinona - Roma
Orario & Sede
24 apr 2024, 21:00
Teatro Tordinona - Roma, Via degli Acquasparta, 16, 00186 Roma RM, Italia
Info sull'evento
Diretto e interpretato da Luigi Moretti
Musiche Paolo Principi
Luci Francesco Mentonelli
Scena Guerrino Andreani
Costumi Stefania Cempini
Assistente alla regia Adriana Formato
Studio di registrazione Punctus
Foto di scena Rodolfo Marziali
Video Matteo Giacchella
Ulisse è un uomo di provincia, il classico signore della porta accanto, di aspetto comune, prossimo alla pensione e che sbarca il lunario amministrando qualche negozietto, qualche bar, robba da poco, dice lui, e qualche lavoretto di idraulica, in nero, lo fà tutti, perché se dichiari tutto non se pò campà.
Assiste allo stadio alla partita di fine campionato che vede la sua squadra del cuore perdere la coppa contro la squadra del Troia per colpa di un rigore battuto da un giocatore “negro”. Non je basta rubbacce il lavoro e la casa, pure la coppa! Che il mare se li pigliesse tutti! La rabbia per la sconfitta è tale che decide di raggiungere Troia per riprendersi la coppa. Passando per le fogne della città arriva alla sede del Troia calcio, fa irruzione nel locale con l’aiuto di un ordigno esplosivo e si riprende la coppa. Alle sue spalle Troia brucia e Ulisse, esaltato dal suo gesto folle, si appresta a fare ritorno.
Inizia quindi un viaggio tra il delirante e l’onirico, in cui Ulisse incontra i personaggi e gli ostacoli più conosciuti del poema omerico, da Calipso ballerina di lap dance a Circe maga della porchetta, da Polifemo sdoppiato nella figura paterna, alle sirene, alla lavanderia dei genitori di Nausicaa.
Ulisse è incattivito dalla vita, dalle proprie sconfitte, dalla consapevolezza di essere un uomo disperatamente solo, terribilmente fragile e che per reazione, pensa, dice e fa cose orribili. Ce l’ha col mondo e ce n’è per tutti: negri, froci, zoccole, ebrei, comunisti, multinazionali. Ulisse aggressivo, volgare, ottuso, affatto astuto, ignorante, erotomane, razzista, misogino, omofobo, violento, ipocrita, avido, meschino, incazzato e innervosito da questa moglie che sta lì e lo aspetta e che non si ricorda perché l’ha sposata, che me guardi così? Non te do da magnà, che cazzo voi da me?! e da questo figlio scemo e grasso, forse omosessuale, te meno a sangue, te strozzo co le mani mie! un figlio frocio nooo! Meglio ladro.
Meno male che ce sta Argo, il suo amatissimo cane, è lui la sua ancora di salvezza, emblema catartico di tutte le sue colpe e paure ma all’arrivo a casa, tra l’indifferenza di moglie e figlio, anche Argo non arriverà più a fargli le feste coi suoi occhi così buoni. Il buio ora è totale. Non c’è più possibilità di salvezza.